San Gemiliano
San Gemiliano
La chiesa di San Gemiliano, conosciuta localmente come Santu Milanu, sorge nell’agro di Sestu su un sito che ha ospitato un insediamento eneolitico e la villa Susue, risalente al 1316-22. La chiesa è dedicata a San Gemiliano ed è un luogo di importante devozione, con un recinto che include ripari utilizzati durante la festa del santo. La struttura presenta ambienti seicenteschi sul lato nord e un portico cinquecentesco sulla facciata, caratterizzato da possenti archi ogivali.
La chiesa è realizzata in conci calcarei di media pezzatura, potrebbe essere stato costruita per opera dei monaci vittorini di Marsiglia nel XIII secolo, seguendo lo stile romanico francese, caratterizzato da archetti lobati, peducci allungati e lesene a “fisarmonica” riscontrabili nell’ampliamento della chiesa di Santa Maria di Bonarcado e nella Cattedrale di San Pantaleo a Dolianova, si potrebbe quindi ipotizzare che le maestranze che lavorarono a Sestu si siano formate in quest’ultimo cantiere.
L’edificio presenta un’aula longitudinale divisa in due navate con archi separatori e volte a botte, ciascuna con ingresso sulla facciata e abside, la navata settentrionale risulta più ampia e con un’abside tripartita da lesene e di dimensioni più importanti .
La facciata attuale, con un campanile a vela a due fornici, include un ampio portico del XVI secolo, suddiviso in tre campate con un grande arco ogivale che conduce ai due portali architravati con arco di scarico semicircolare e incorniciati da capitelli a foglie d’acanto con caulicoli spiraliformi. Al portale destro corrisponde una monofora; sopra l’altro si nota una bifora tamponata. Gli esterni sono decorati con archetti pensili su peducci che corrono lungo la struttura, alcuni di questi sono caratterizzati da un minuscolo lobo.
All’esterno, nel fianco meridionale, nella testata orientale e nelle absidi il paramento murario è caratterizzato da basamento a scarpa, paraste d’angolo, lesene a “fisarmonica” e archetti ogivali su peducci gradonati.
Nel fianco, si aprono una monofora centinata a doppio strombo e un portale dello stesso disegno di quelli in facciata. Nella testata rincassano lateralmente due specchi strettissimi; lungo lo spiovente sinistro e in orizzontale lungo la base del frontone (demolito) si conservano archetti della stessa sagoma ogivale, alcuni con un minuscolo lobo aperto al colmo, altri con intradosso a zigzag.