Chiesa di Santa Maria di Mesumundu (Santa Maria di Bubalis)
Chiesa di Santa Maria di Mesumundu (Santa Maria di Bubalis)
L’edificio conosciuto come “Terme di Mesumundu” o chiesa di Santa Maria di Bubalis, situato a Siligo, rappresenta un eccezionale esempio di stratificazione storica e architettonica in Sardegna. Questo monumento, che fonde elementi di diverse epoche, sorge su preesistenze di età romana tardo-imperiale, specificamente un complesso termale che sfruttava le acque della vicina sorgente di S’Abba Uddi. Questa continuità d’uso del sito testimonia l’importanza strategica e culturale dell’area attraverso i secoli.
La trasformazione dell’edificio in struttura ecclesiastica risale all’epoca bizantina, un periodo cruciale per la storia della Sardegna che ha lasciato tracce significative nell’architettura dell’isola. La datazione a quest’epoca è supportata dall’impiego di una tecnica costruttiva distintiva nota come opus listatum. Questa metodologia, caratterizzata dall’alternanza ritmica di filari in laterizio di colore rosso e pietre basaltiche, non solo conferisce all’edificio un aspetto visivamente accattivante, ma rappresenta anche una testimonianza tangibile dell’influenza bizantina sull’architettura sarda.
L’edificio conosciuto come “Terme di Mesumundu” o chiesa di Santa Maria di Bubalis, situato a Siligo, rappresenta un eccezionale esempio di stratificazione storica e architettonica in Sardegna. Questo monumento, che fonde elementi di diverse epoche, sorge su preesistenze di età romana tardo-imperiale, specificamente un complesso termale che sfruttava le acque della vicina sorgente di S’Abba Uddi. Questa continuità d’uso del sito testimonia l’importanza strategica e culturale dell’area attraverso i secoli.
La trasformazione dell’edificio in struttura ecclesiastica risale all’epoca bizantina, un periodo cruciale per la storia della Sardegna che ha lasciato tracce significative nell’architettura dell’isola. La datazione a quest’epoca è supportata dall’impiego di una tecnica costruttiva distintiva nota come opus listatum. Questa metodologia, caratterizzata dall’alternanza ritmica di filari in laterizio di colore rosso e pietre basaltiche, non solo conferisce all’edificio un aspetto visivamente accattivante, ma rappresenta anche una testimonianza tangibile dell’influenza bizantina sull’architettura sarda.