Codrongianos, Chiesa della Santissima Trinità di Saccargia

Codrongianos, Chiesa della Santissima Trinità di Saccargia Se fossimo invitati a indicare un solo edificio capace di rappresentare, nell’immaginario collettivo, la valenza di simbolo iconico del romanico in Sardegna, la scelta ricadrebbe sulla chiesa della Santissima Trinità di Saccargia.

Le ragioni di tale successo sono molteplici: la felice collocazione paesaggistica dell’edificio, le sue dimensioni imponenti, coniugate con una raffinata cura stilistica ed estetica nell’impiego della bicromia e la presenza, nell’abside, di uno dei rari esempi sardi giunti fino a noi di affreschi di epoca romanica.

A partire dal 1112 l’abbazia di Saccargia entrò a far parte dei possedimenti sardi dei monaci camaldolesi.

Del chiostro e del monastero originari restano oggi solo pochi tratti murari, leggibili a sud rispetto all’edificio.

La pianta della chiesa è a  croce “commissa” e il transetto è dotato di tre absidi poste a nord-est, pertinenti alla prima fase edilizia (fine dell’XI e inizi del XII secolo), coperte con volte a crociera.

La facciata risulta dotata di portico e a sud dell’edificio principale si impongono il maestoso campanile e la sagrestia.

L’aula in origine doveva essere più corta di quella attuale, ma in un secondo momento fu sopraelevata e allungata verso ovest, dotando l’edificio di una nuova facciata articolata in tre ordini.

In questa seconda fase costruttiva furono realizzati anche il portico, il campanile e la sagrestia.

La tecnica bicroma che caratterizza l’edificio è opera delle maestranze di formazione pisano-pistoiese, attive nella seconda metà del XII secolo.

Alcuni interventi di restauro ottocenteschi hanno successivamente alterato la fisionomia originaria della chiesa.



DESCRIZIONE:

La Chiesa della Santissima Trinità di Saccargia è il simbolo del romanico in Sardegna grazie alla sua imponente presenza nel paesaggio campestre e all’uso raffinato della bicromia.

All’interno, nell’abside, si possono ammirare dei rari esempi sardi di affreschi di epoca romanica.

Costruita a partire dal 1112, faceva parte dei possedimenti camaldolesi in Sardegna.

La caratteristica tecnica bicolore utilizzata in ambito architettonico riflette l’influenza delle maestranze pisano-pistoiesi del XII secolo.

La sua pianta è a croce “commissa” (a forma di T) con tre absidi coperte da volte a crociera.

Anche se ha subìto interventi di restauro nel XIX secolo, la sua bellezza rimane inalterata.

NARRAZIONE:

Se fossimo invitati a indicare un solo edificio capace di rappresentare, nell’immaginario collettivo, la valenza di simbolo iconico del romanico in Sardegna, la scelta ricadrebbe sulla chiesa della Santissima Trinità di Saccargia. 

Le ragioni di tale successo sono molteplici: la felice collocazione paesaggistica dell’edificio, le sue dimensioni imponenti, coniugate con una raffinata cura stilistica ed estetica nell’impiego della bicromia e la presenza, nell’abside, di uno dei rari esempi sardi giunti fino a noi di affreschi di epoca romanica.

A partire dal 1112 l’abbazia di Saccargia entrò a far parte dei possedimenti sardi dei monaci camaldolesi. 

Del chiostro e del monastero originari restano oggi solo pochi tratti murari, leggibili a sud rispetto all’edificio. 

La pianta della chiesa è a  croce “commissa” e il transetto è dotato di tre absidi poste a nord-est, pertinenti alla prima fase edilizia (fine dell’XI e inizi del XII secolo), coperte con volte a crociera. 

La facciata risulta dotata di portico e a sud dell’edificio principale si impongono il maestoso campanile e la sagrestia. 

L’aula in origine doveva essere più corta di quella attuale, ma in un secondo momento fu sopraelevata e allungata verso ovest, dotando l’edificio di una nuova facciata articolata in tre ordini. 

In questa seconda fase costruttiva furono realizzati anche il portico, il campanile e la sagrestia. 

La tecnica bicroma che caratterizza l’edificio è opera delle maestranze di formazione pisano-pistoiese, attive nella seconda metà del XII secolo.

Alcuni interventi di restauro ottocenteschi hanno successivamente alterato la fisionomia originaria della chiesa. 

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 159-176;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 77-78, 155-157;
P. Sanpaolesi, Il duomo di Pisa e l’architettura romanica toscana delle origini, Pisa, Nistri-Lischi, 1975, pp. 55-57;
R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 271-299;
A.L. Sechi, Ritrovare Saccargia. Documento grafico-storico della basilica romanica “La SS. Trinità”. 1953-57/1992, Cremona, 1992;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 46;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 181-191;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. pp. 41-43.

COMUNE:07040 Codrongianos SS MAPPA:Array
Torna in alto