Martis, Chiesa di San Pantaleo

e vicende dello stile romanico in Sardegna si legano anche a un’altra importante corrente stilistica: il gotico italiano. 

L’appellativo “italiano” è dato da un forte legame con le tecniche costruttive consolidate nei secoli precedenti (il romanico, appunto) ed è, quindi, privo dello slancio verticale che caratterizza l’architettura francese, area geografica in cui ha avuto origine il gotico. 

La chiesa di San Pantaleo, il cui toponimo è documentato a partire dal 1341, è proprio un esempio eloquente del gotico italiano, giunto in Sardegna prima della conquista aragonese e della conseguente diffusione dello stile gotico-catalano. 

In assenza di notizie certe sulla sua edificazione, ci si è affidati alla lettura stilistica che la colloca nel primo quarto del XIV secolo. L’edificio, realizzato in conci calcarei, presenta una pianta a tre navate voltate a crociera divise da pilastri, con abside orientata a est. La facciata tripartita mostra la diversa elevazione delle navatelle laterali rispetto a quella centrale. Le paraste d’angolo delimitano lo specchio centrale e si raccordano nel frontone con archetti ogivali trilobati che ne decorano il culmine. In facciata si apre il portale al di sopra del quale incontriamo un grande oculo, un tempo dotato di rosone andato ormai perduto.

La Chiesa di San Pantaleo sorge in un luogo molto suggestivo che ne esalta la bellezza e, nell’allontanarci, non possiamo che rivolgerle un ultimo sguardo ammirato.



DESCRIZIONE:

La chiesa di San Pantaleo si trova in un luogo suggestivo che ne esalta la bellezza.

Rappresenta in Sardegna un notevole esempio di architettura gotica italiana.

Lo stile gotico italiano è stato influenzato dalle tecniche costruttive consolidate nel periodo romanico e si distingue dall’architettura gotica francese per la mancanza del tipico slancio verticale.

La chiesa è documentata a partire dal 1341 ed è stata costruita, con tutta probabilità, nel primo quarto del XIV secolo.

L’edificio è realizzato in blocchi di calcare ed ha una pianta a tre navate voltate a crociera separate da pilastri, con un’abside orientata verso est.

La facciata tripartita presenta differenti elevazioni delle navate laterali rispetto a quella centrale e un portale sopra il quale si trovava un grande oculo, ora perduto. La chiesa di San Pantaleo.

NARRAZIONE:

e vicende dello stile romanico in Sardegna si legano anche a un’altra importante corrente stilistica: il gotico italiano. 

L’appellativo “italiano” è dato da un forte legame con le tecniche costruttive consolidate nei secoli precedenti (il romanico, appunto) ed è, quindi, privo dello slancio verticale che caratterizza l’architettura francese, area geografica in cui ha avuto origine il gotico. 

La chiesa di San Pantaleo, il cui toponimo è documentato a partire dal 1341, è proprio un esempio eloquente del gotico italiano, giunto in Sardegna prima della conquista aragonese e della conseguente diffusione dello stile gotico-catalano. 

In assenza di notizie certe sulla sua edificazione, ci si è affidati alla lettura stilistica che la colloca nel primo quarto del XIV secolo. L’edificio, realizzato in conci calcarei, presenta una pianta a tre navate voltate a crociera divise da pilastri, con abside orientata a est. La facciata tripartita mostra la diversa elevazione delle navatelle laterali rispetto a quella centrale. Le paraste d’angolo delimitano lo specchio centrale e si raccordano nel frontone con archetti ogivali trilobati che ne decorano il culmine. In facciata si apre il portale al di sopra del quale incontriamo un grande oculo, un tempo dotato di rosone andato ormai perduto.

La Chiesa di San Pantaleo sorge in un luogo molto suggestivo che ne esalta la bellezza e, nell’allontanarci, non possiamo che rivolgerle un ultimo sguardo ammirato.

BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, voce “Martis”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, X, Torino, G. Maspero, 1842, pp. 241-215;
D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 411-412;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, p. 237;
V. Mossa, Architettura e paesaggio in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1981, p. 111;
“Repertorio”, a cura di S. Pirisinu, in Le chiese nel verde. Architetture religiose rurali nella provincia di Sassari, Sassari, Amministrazione provinciale di Sassari, 1989, p. 171;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 155;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 36.

INDIRIZZO:via San Pantaleo, s.n.c. - 07030 Martis MAPPA:Array
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