Massama, Oratorio delle Anime

La storia dell’umanità ha seguito spesso i percorsi segnati dalle vie di comunicazione, nella loro eterogenea conformazione che va dai semplici sentieri sino alle imponenti vie imperiali di età romana.

Questa relazione si fa manifesta ad esempio nei toponimi, che ne trattengono la traccia verbale.

Pare questo il caso di Massama, l’antica Marsima, un toponimo che secondo alcuni studiosi deriverebbe dall’ubicazione dell’abitato lungo la “via maxima”, la strada che in età romana collegava Tharros e Forum Traiani (odierna Fordongianus).

A Massama incontriamo l’Oratorio delle Anime, un edificio di origine altomedievale – come attesta l’antica dedica a San Nicola, vescovo di Mira – su cui agirono gli interventi successivi di epoca romanica (prima metà XIII secolo). La chiesa presenta una pianta cruciforme; al posto del braccio est incontriamo però un’abside di considerevoli dimensioni caratterizzata da una particolare forma a “ferro di cavallo”.

Un tiburio ottagonale si innesta all’incrocio dei bracci. La facciata presenta un profilo a spioventi , con paramento liscio privo di finestre. Qui si apre l’essenziale portale d’accesso.

Poco al di sopra del portale si nota un filare di conci segnate dalle cavità create per accogliere i tipici bacini ceramici.

Il campanile è in mattoni cotti, in contrasto col resto della chiesa in pietra: questo potrebbe essere indizio di una sua realizzazione in un momento successivo.

Prendiamo così commiato dalla chiesa dell’Oratorio delle Anime, confidando che la nostra visita possa aver contribuito ad alleviare la loro permanenza nel Purgatorio.



DESCRIZIONE:

L’Oratorio delle Anime a Massama, antica Marsima, potrebbe essere situato lungo la “via maxima”, una strada romana che collegava Tharros e Forum Traiani (l’odierna Fordongianus).

Questa chiesa ha origini altomedievali con interventi successivi in epoca romanica (XIII secolo).

La struttura ha una pianta cruciforme con un’abside particolare a “ferro di cavallo” e un tiburio ottagonale.

La facciata è semplice con un portale d’accesso essenziale e un campanile in mattoni cotti, forse aggiunto in un secondo momento.

NARRAZIONE:

La storia dell’umanità ha seguito spesso i percorsi segnati dalle vie di comunicazione, nella loro eterogenea conformazione che va dai semplici sentieri sino alle imponenti vie imperiali di età romana.

Questa relazione si fa manifesta ad esempio nei toponimi, che ne trattengono la traccia verbale.

Pare questo il caso di Massama, l’antica Marsima, un toponimo che secondo alcuni studiosi deriverebbe dall’ubicazione dell’abitato lungo la “via maxima”, la strada che in età romana collegava Tharros e Forum Traiani (odierna Fordongianus).

A Massama incontriamo l’Oratorio delle Anime, un edificio di origine altomedievale – come attesta l’antica dedica a San Nicola, vescovo di Mira – su cui agirono gli interventi successivi di epoca romanica (prima metà XIII secolo). La chiesa presenta una pianta cruciforme; al posto del braccio est incontriamo però un’abside di considerevoli dimensioni caratterizzata da una particolare forma a “ferro di cavallo”.

Un tiburio ottagonale si innesta all’incrocio dei bracci. La facciata presenta un profilo a spioventi , con paramento liscio privo di finestre. Qui si apre l’essenziale portale d’accesso.

Poco al di sopra del portale si nota un filare di conci segnate dalle cavità create per accogliere i tipici bacini ceramici.

Il campanile è in mattoni cotti, in contrasto col resto della chiesa in pietra: questo potrebbe essere indizio di una sua realizzazione in un momento successivo.

Prendiamo così commiato dalla chiesa dell’Oratorio delle Anime, confidando che la nostra visita possa aver contribuito ad alleviare la loro permanenza nel Purgatorio.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, “Massama”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, X, Torino, G. Maspero, 1842, pp. 375-385;
R. Serra, “L’oratorio delle Anime a Massama (con rilievi del monumento curati da Augusto Garau)”, in Annali delle Facoltà di Lettere, Filosofia e Magistero dell’Università di Cagliari, XXXIV, 1971, pp. 33-55;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 103;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 76.

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