Morgongiori, Chiesetta Santa Sofia

I luoghi sono custodi di memorie e chi li ha vissuti lascia tracce del proprio passaggio, che si traducono in riti di natura profana o sacra. 

La chiesa di Santa Sofia (Santa Assuina o Santa Suia, nell’originaria denominazione locale), custodisce una di queste memorie: la tradizione tramanda infatti la notizia che la chiesa di Santa Sofia appartenesse ad un villaggio medievale assalito e distrutto dai ‘barbari ’ nella prima metà del XVI secolo. 

Coloro che sfuggirono alla cattura e al massacro avrebbero poi trovato rifugio nel luogo in cui oggi sorge il paese di Morgongiori. La sagra dedicata alla Santa avrebbe avuto origine proprio allora e si rinnova ogni anno il 15 e il 16 ottobre. 

La struttura, con copertura a doppio spiovente, presenta un andamento longitudinale orientato sull’asse sud-est/nord-ovest, con ingresso rivolto a nord-ovest. 

Sul prospetto principale incontriamo, sorretto da due pilastrini a base quadrata, un piccolo porticato che protegge il portone di ingresso alla chiesa.

Al culmine degli spioventi vediamo una croce in ferro e il campanile a vela a doppio spiovente,  sormontato da una piccola croce in pietra bianca e privo di campane. 

Nella parete posteriore e ai lati sono presenti delle aperture quadrangolari che permettono alla luce naturale di illuminare l’interno della chiesa. 

Al corpo principale è stato addossato un fabbricato moderno a pianta rettangolare allungata, utilizzato probabilmente come locali di servizio (civile o religioso) durante la festa della santa. 

L’edificio ha subito diversi interventi di restauro piuttosto invasivi, che ne compromettono la lettura dell’impianto originario, la cui datazione non appare facilmente deducibile, ma la chiesa dev’essere stata realizzata prima della data di abbandono definitivo dell’insediamento medievale, all’inizio del XVI secolo. 

Allontanandoci da questo luogo, pare ancora di sentire vive le voci delle anime che vissero le tragiche vicende a cui questo edificio è così fortemente legato.



DESCRIZIONE:

Si racconta che la chiesa di Santa Sofia, in origine nota come Santa Assuina o Santa Suia, facesse parte di un villaggio medievale assalito dai “barbari” nel XVI secolo.

E che coloro che sopravvissero abbiano poi trovato rifugio nell’attuale Morgongiori.

La festa dedicata alla Santa ha radici in quel periodo e si celebra il 15 e il 16 ottobre ogni anno.

La chiesa, con copertura a doppio spiovente, ha una struttura longitudinale orientata sull’asse sud-est/nord-ovest e un ingresso a nord-ovest.

L’impianto originario è in parte compromesso dai numerosi restauri.

NARRAZIONE:

I luoghi sono custodi di memorie e chi li ha vissuti lascia tracce del proprio passaggio, che si traducono in riti di natura profana o sacra. 

La chiesa di Santa Sofia (Santa Assuina o Santa Suia, nell’originaria denominazione locale), custodisce una di queste memorie: la tradizione tramanda infatti la notizia che la chiesa di Santa Sofia appartenesse ad un villaggio medievale assalito e distrutto dai ‘barbari ’ nella prima metà del XVI secolo. 

Coloro che sfuggirono alla cattura e al massacro avrebbero poi trovato rifugio nel luogo in cui oggi sorge il paese di Morgongiori. La sagra dedicata alla Santa avrebbe avuto origine proprio allora e si rinnova ogni anno il 15 e il 16 ottobre. 

La struttura, con copertura a doppio spiovente, presenta un andamento longitudinale orientato sull’asse sud-est/nord-ovest, con ingresso rivolto a nord-ovest. 

Sul prospetto principale incontriamo, sorretto da due pilastrini a base quadrata, un piccolo porticato che protegge il portone di ingresso alla chiesa.

Al culmine degli spioventi vediamo una croce in ferro e il campanile a vela a doppio spiovente,  sormontato da una piccola croce in pietra bianca e privo di campane. 

Nella parete posteriore e ai lati sono presenti delle aperture quadrangolari che permettono alla luce naturale di illuminare l’interno della chiesa. 

Al corpo principale è stato addossato un fabbricato moderno a pianta rettangolare allungata, utilizzato probabilmente come locali di servizio (civile o religioso) durante la festa della santa. 

L’edificio ha subito diversi interventi di restauro piuttosto invasivi, che ne compromettono la lettura dell’impianto originario, la cui datazione non appare facilmente deducibile, ma la chiesa dev’essere stata realizzata prima della data di abbandono definitivo dell’insediamento medievale, all’inizio del XVI secolo. 

Allontanandoci da questo luogo, pare ancora di sentire vive le voci delle anime che vissero le tragiche vicende a cui questo edificio è così fortemente legato.

BIBLIOGRAFIA:

R. Serra, La Sardegna, collana ”Italia romanica”, Milano, 1989;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, 1993;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, 2005.

INDIRIZZO:Indirizzo: Chiesa campestre sulle pendici occidentali del Monte Arci, al confine con i comuni di Marrubiu e Uras, complanare SS 131 – Morgongiori, Provincia di Oristano   MAPPA:Array
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