Orosei, Chiesa di Sant’Antonio Abate

Orosei, Chiesa di Sant’Antonio Abate

Alcuni luoghi sono posti al centro di contesti paesaggistici eterogenei dove entroterra e mare si uniscono conferendo alle comunità ivi presenti un ruolo di importante intermediazione con il mondo che si estende oltre le coste.

L’antica villa di Orosei, situata tra il massiccio del Gennargentu e la costa, ha storicamente assolto a questa funzione, come dimostra il “Liber Fondachi” che riporta l’organizzazione statutaria del fiorente porto di Orosei e dei mercanti pisani negli anni tra il 1317 e il 1319.

La chiesa di Sant’Antonio Abate si trova proprio nel centro storico di Orosei.

Contigua alla torre omonima, superstite delle antiche fortificazioni medioevali probabilmente pisane, è circondata dalle cumbessìas, piccole stanzette nelle quali alloggiavano i fedeli durante la festa campestre che durava diversi giorni.

Nel corso dei secoli subì diversi restauri, quello più radicale comportò il rifacimento totale della facciata, della volta e dell’assetto dell’aula rispetto al presbiterio.

Inoltre, la navata fu prolungata e si aggiunsero il transetto e due cappelle laterali.

Gli affreschi presenti all’interno, probabilmente del XIV secolo, furono gravemente compromessi in seguito a tali lavori, ma vennero in parte recuperati nel secolo scorso insieme agli elementi più antichi dell’originario assetto medioevale.

Allo stato attuale la chiesa si presenta mononavata e dotata di un portico successivo che si innesta nel fianco settentrionale.

In facciata, sopra il portale d’ingresso, è ancora visibile il doppio spiovente del primo impianto romanico, al di sopra del quale si apre il successivo oculo strombato.

Il fianco meridionale è dotato di ingresso laterale, sormontato da tre finestre rettangolari che illuminano l’aula; sulla destra del portale stesso è presente il volume della cappella facente parte del transetto.

Il fianco settentrionale, visibile all’interno di un porticato successivo, si presenta analogo a quello meridionale, ma si differenzia per l’ingresso sopraelevato e per l’accesso diretto alla cappella di sinistra.

Internamente l’edificio presenta un’unica navata voltata a botte che conserva affreschi, probabilmente trecenteschi, con figure del Cristo e dei Santi.

Un’ottima occasione per visitare Orosei e la chiesa è il 16 gennaio, data della festa di Sant’Antonio Abate in cui viene allestito un grande e suggestivo falò all’aperto attorno al quale si compiono i tre giri rituali.



DESCRIZIONE:

La chiesa di Sant’Antonio Abate si trova nel centro storico di Orosei, un luogo che ha svolto un ruolo importante tra terra e mare.

Nel corso del tempo, diversi restauri hanno cambiato l’aspetto originale, aggiungendo un transetto e due cappelle laterali.

Gli affreschi all’interno, probabilmente del XIV secolo, risultano danneggiati ma in parte sono stati recuperati nel secolo scorso insieme a elementi medievali.

La chiesa ha un aspetto mononavata con un portico e presenta dettagli romanici, tra cui un doppio spiovente sulla facciata e un oculo svasato.

All’interno, ci sono affreschi trecenteschi con figure religiose.

La festa di Sant’Antonio Abate il 16 gennaio è un’occasione speciale per visitare la chiesa e partecipare ai rituali del falò.

NARRAZIONE:

Alcuni luoghi sono posti al centro di contesti paesaggistici eterogenei dove entroterra e mare si uniscono conferendo alle comunità ivi presenti un ruolo di importante intermediazione con il mondo che si estende oltre le coste.

L’antica villa di Orosei, situata tra il massiccio del Gennargentu e la costa, ha storicamente assolto a questa funzione, come dimostra il “Liber Fondachi” che riporta l’organizzazione statutaria del fiorente porto di Orosei e dei mercanti pisani negli anni tra il 1317 e il 1319.

La chiesa di Sant’Antonio Abate si trova proprio nel centro storico di Orosei.

Contigua alla torre omonima, superstite delle antiche fortificazioni medioevali probabilmente pisane, è circondata dalle cumbessìas, piccole stanzette nelle quali alloggiavano i fedeli durante la festa campestre che durava diversi giorni.

Nel corso dei secoli subì diversi restauri, quello più radicale comportò il rifacimento totale della facciata, della volta e dell’assetto dell’aula rispetto al presbiterio.

Inoltre, la navata fu prolungata e si aggiunsero il transetto e due cappelle laterali.

Gli affreschi presenti all’interno, probabilmente del XIV secolo, furono gravemente compromessi in seguito a tali lavori, ma vennero in parte recuperati nel secolo scorso insieme agli elementi più antichi dell’originario assetto medioevale.

Allo stato attuale la chiesa si presenta mononavata e dotata di un portico successivo che si innesta nel fianco settentrionale.

In facciata, sopra il portale d’ingresso, è ancora visibile il doppio spiovente del primo impianto romanico, al di sopra del quale si apre il successivo oculo strombato.

Il fianco meridionale è dotato di ingresso laterale, sormontato da tre finestre rettangolari che illuminano l’aula; sulla destra del portale stesso è presente il volume della cappella facente parte del transetto.

Il fianco settentrionale, visibile all’interno di un porticato successivo, si presenta analogo a quello meridionale, ma si differenzia per l’ingresso sopraelevato e per l’accesso diretto alla cappella di sinistra.

Internamente l’edificio presenta un’unica navata voltata a botte che conserva affreschi, probabilmente trecenteschi, con figure del Cristo e dei Santi.

Un’ottima occasione per visitare Orosei e la chiesa è il 16 gennaio, data della festa di Sant’Antonio Abate in cui viene allestito un grande e suggestivo falò all’aperto attorno al quale si compiono i tre giri rituali.

BIBLIOGRAFIA:

Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, pp. 220-221

Francecesco Floris (a cura di), voce ”Orosei”, in La Grande Enciclopedia della Sardegna, 2002, Newton & Compton Editori S.r.l.,  vol. VI,  p. 615

Nicoletta Usai, La pittura nella Sardegna del Trecento,  Collana “Pubblicazioni Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio – Università degli Studi di Cagliari | Archeologia, Arte e Storia”, 2018, Morlacchi Editore

Nicoletta Usai, Santi eremiti e ospedali. Alcune riflessioni sulla Sardegna tardomedievale, 2021, Morlacchi Editore U.P.

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