Pula, Chiesa di Sant’Efisio Martire di Nora

Le identità collettive si nutrono di ricordi individuali. Il setaccio della storia li seleziona per tradurli in memoria e quindi in cultura.

Tali identità richiedono manutenzione e cure incessanti, affidate a specifici custodi: persone, rituali, oggetti, luoghi.

La chiesa di Sant’Efisio Martire a Nora – l’antica città di origine fenicia, poi punica e infine romana – è uno di questi custodi.

Per i sardi infatti Sant’Efisio è la figura tutelare dell’identità collettiva isolana, capace di placare – almeno una volta all’anno – conflitti e divisioni campanilistiche.

Dal 1657, ogni primo maggio la statua del santo (realizzata nel XVII sec.) esce dalla chiesa di Stampace a Cagliari e si avvia in processione verso Nora, dove soggiornerà fino alla mattina del 4 maggio per poi tornare alla propria sacra dimora cagliaritana.

La chiesa di Nora, ubicata in riva al mare, venne edificata in epoca altomedievale nell’area di necropoli pertinente alla città fenicio-punica, nel luogo in cui la tradizione individua il martirio del santo.

A questa originaria fase edilizia paiono riconducibili la struttura cupolata e la cripta ubicate nell’area del presbiterio.

Nel 1089 il giudice cagliaritano Costantino Salùsio II de Lacon Gunàle donò il titolo, e dunque la proprietà, della piccola chiesa di Sant’Efisio ai monaci benedettini dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia. Il santuario fu allora riedificato in stile protoromanico, utilizzando come materiale da costruzione blocchi in calcare e arenaria di riuso.

Oggi la chiesa presenta una pianta a tre navate, coperte con volte a botte poggianti su sottarchi.

A sud-est troviamo l’abside, priva di finestre.

In origine, la facciata romanica era posizionata dove ora troviamo il campanile a vela; tra il XVII e il XVIII secolo fu modificata per addossarvi un atrio porticato.



DESCRIZIONE:

La chiesa di Sant’Efisio Martire rappresenta il forte legame dei sardi con la storia e le tradizioni.

Ogni 1° maggio la statua del santo parte in processione da Cagliari verso Nora, dove sosta fino al 4 maggio, prima di tornare nella sua chiesa cagliaritana.

La chiesa di Nora vicino al mare è stata costruita nell’alto Medioevo sul sito tradizionalmente associato al martirio di Sant’Efisio.

Nel 1089 il giudice cagliaritano Costantino Salùsio II de Lacon Gunàle donò la chiesa ai monaci benedettini, che la riedificarono in stile protoromanico.

Oggi ha una pianta a tre navate con volte a botte e un’abside senza finestre.

La facciata romanica originale fu in seguito modificata nel XVII-XVIII secolo.

NARRAZIONE:

Le identità collettive si nutrono di ricordi individuali. Il setaccio della storia li seleziona per tradurli in memoria e quindi in cultura. 

Tali identità richiedono manutenzione e cure incessanti, affidate a specifici custodi: persone, rituali, oggetti, luoghi. 

La chiesa di Sant’Efisio Martire a Nora – l’antica città di origine fenicia, poi punica e infine romana – è uno di questi custodi. 

Per i sardi infatti Sant’Efisio è la figura tutelare dell’identità collettiva isolana, capace di placare – almeno una volta all’anno – conflitti e divisioni campanilistiche. 

Dal 1657, ogni primo maggio la statua del santo (realizzata nel XVII sec.) esce dalla chiesa di Stampace a Cagliari e si avvia in processione verso Nora, dove soggiornerà fino alla mattina del 4 maggio per poi tornare alla propria sacra dimora cagliaritana. 

La chiesa di Nora, ubicata in riva al mare, venne edificata in epoca altomedievale nell’area di necropoli pertinente alla città fenicio-punica, nel luogo in cui la tradizione individua il martirio del santo. 

A questa originaria fase edilizia paiono riconducibili la struttura cupolata e la cripta ubicate nell’area del presbiterio. 

Nel 1089 il giudice cagliaritano Costantino Salùsio II de Lacon Gunàle donò il titolo, e dunque la proprietà, della piccola chiesa di Sant’Efisio ai monaci benedettini dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia. Il santuario fu allora riedificato in stile protoromanico, utilizzando come materiale da costruzione blocchi in calcare e arenaria di riuso. 

Oggi la chiesa presenta una pianta a tre navate, coperte con volte a botte poggianti su sottarchi. 

A sud-est troviamo l’abside, priva di finestre. 

In origine, la facciata romanica era posizionata dove ora troviamo il campanile a vela; tra il XVII e il XVIII secolo fu modificata per addossarvi un atrio porticato. 

BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, voce “Pula”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, XV, Torino, G. Maspero, 1847, pp. 779-780;

A. Della Marmora, Itinerario dell’isola di Sardegna, Cagliari, Alagna, 1868, pp. 101-102;

R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 54-55;

F. Fois, “Una nota su tre chiese vittorine del Cagliaritano”, in Archivio Storico Sardo, XXIX, 1964, pp. 277-284;

M. Botteri, Guida alle chiese medievali della Sardegna, Sassari, Chiarella, 1978, p. 113;

R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, p. 336;

R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 5;

R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 248-249;

R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 100.

COMUNE:Pula INDIRIZZO:viale Nora, s.n.c. - 09050 Pula MAPPA:Array
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