Santa Giusta, Chiesa di Santa Giusta

Santa Giusta, Chiesa di Santa Giusta Capita, a volte, che la storia si prenda cura di alcuni monumenti, preservandoli dalle rughe e dal degrado che il tempo riserva invece alla maggior parte delle cose del mondo.

Si creano così i presupposti perché essi assurgano allo stato di icone simboliche della cultura che li ha generati, testimoni oculari e viventi delle generazioni di esseri umani che li hanno vissuti.

La chiesa di Santa Giusta è uno di questi monumenti, uno dei più significativi dell’architettura

romanica non solo in Sardegna, ma anche del più ampio panorama che si estende oltre i confini dell’isola.

Sappiamo che ricoprì il ruolo di cattedrale dell’omonima diocesi (nata nella seconda metà dell’XI secolo e soppressa nel XVI secolo); ciononostante, colpisce il fatto che nessun documento ne testimoni la data di costruzione, plausibilmente collocabile nel XII secolo.

Lo spazio interno, l’aula, sovrastante una cripta ubicata sotto il presbiterio («dove – secondo Alberto La Marmora – si crede che S. Giusta vi abbia sofferto il martirio») risulta diviso in tre navate da colonne sormontate da capitelli di reimpiego – fenomeno ampiamente attestato nelle chiese romaniche – databili in età romana.

La materia prima delle strutture originali – ossia non di reimpiego – è l’arenaria.

I paramenti murari esterni sono di fattura estremamente raffinata ed originale.

Lesene fortemente aggettanti, raccordate da ampi archetti, segnano i fianchi della chiesa; anche in facciata incontriamo due lesene che si raccordano in una grande arcata che comprende una trifora.

Nella facciata incontriamo una splendida scultura rappresentante un leone e una leonessa che si avventano su dei cervi. La bellezza di questo edificio è tale che nemmeno una descrizione dettagliata potrebbe rendere giustizia a questo gioiello architettonico.

Non resta che una soluzione: goderne la visione dal vivo.



DESCRIZIONE:

La chiesa di Santa Giusta è una fra le più significative testimonianze architettoniche del romanico sardo. È stata edificata, forse nel XII secolo, con l’uso dell’arenaria delle cave della penisola del Sinis.

La facciata è originale, tripartita da una grande arcata.

Catturano lo sguardo, sul portale, due leoni marmorei (un leone e una leonessa) che assalgono due cervi. Una croce di basalto, una trifora e un’apertura a rombo arricchiscono il prospetto.

Lo spazio interno della chiesa (aula) è diviso in tre navate da colonne tutte differenti e ricavate da materiali di reimpiego d’età romana.

Sotto il presbiterio si trova la cripta che custodisce le reliquie di Santa Giusta.

Qui, secondo Alberto La Marmora, la santa potrebbe aver sofferto il martirio.

NARRAZIONE:

Capita, a volte, che la storia si prenda cura di alcuni monumenti, preservandoli dalle rughe e dal degrado che il tempo riserva invece alla maggior parte delle cose del mondo. 

Si creano così i presupposti perché essi assurgano allo stato di icone simboliche della cultura che li ha generati, testimoni oculari e viventi delle generazioni di esseri umani che li hanno vissuti.  

La chiesa di Santa Giusta è uno di questi monumenti, uno dei più significativi dell’architettura

romanica non solo in Sardegna, ma anche del più ampio panorama che si estende oltre i confini dell’isola. 

Sappiamo che ricoprì il ruolo di cattedrale dell’omonima diocesi (nata nella seconda metà dell’XI secolo e soppressa nel XVI secolo); ciononostante, colpisce il fatto che nessun documento ne testimoni la data di costruzione, plausibilmente collocabile nel XII secolo. 

Lo spazio interno, l’aula, sovrastante una cripta ubicata sotto il presbiterio («dove – secondo Alberto La Marmora – si crede che S. Giusta vi abbia sofferto il martirio») risulta diviso in tre navate da colonne sormontate da capitelli di reimpiego – fenomeno ampiamente attestato nelle chiese romaniche – databili in età romana. 

La materia prima delle strutture originali – ossia non di reimpiego – è l’arenaria. 

I paramenti murari esterni sono di fattura estremamente raffinata ed originale. 

Lesene fortemente aggettanti, raccordate da ampi archetti, segnano i fianchi della chiesa; anche in facciata incontriamo due lesene che si raccordano in una grande arcata che comprende una trifora. 

Nella facciata incontriamo una splendida scultura rappresentante un leone e una leonessa che si avventano su dei cervi. La bellezza di questo edificio è tale che nemmeno una descrizione dettagliata potrebbe rendere giustizia a questo gioiello architettonico. 

Non resta che una soluzione: goderne la visione dal vivo.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, “Santa Giusta”, in Goffredo Casalis Dizionario geografico storico-statisticocommerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, pp. 342- 345;

D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 129-136;

R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 116-119;

R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 143-156;

R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 11;

Roberto Coroneo, La Cattedrale di Santa Giusta. Architettura e arredi dall’XI al XIX secolo, Scuola Sarda Editrice, 2010

R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 123-138;

R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 74-75.

COMUNE:Santa Giusta INDIRIZZO:piazza Giovanni XXIII, s.n.c. - 09096 Santa Giusta MAPPA:Array
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