Vi sono edifici che, per la loro collocazione paesaggistica, sembrano svolgere la funzione di vere e proprie sentinelle: baluardi posti a salvaguardia del territorio circostante, punti di riferimento preziosi per tutti coloro che vivono o attraversano quei territori.
La chiesa di Santa Maria del Regno è una di queste ‘sentinelle’, non a caso originariamente connessa con il vicino palazzo giudicale di Ardara, sede dei Giudici di Torres, di cui ormai si conservano solo alcuni tratti murari.
Questa chiesa, una delle più note e significative del romanico sardo, era una “cappella palatina”, cioè appartenente a una famiglia regnante e non alla Chiesa cattolica. Santa Maria del Regno era infatti proprietà dei Giudici di Torres e vi si svolgevano cerimonie e incoronazioni.
La costruzione dell’edificio risale all’XI secolo e fu conclusa verso gli inizi del XII secolo così come sembrerebbe confermare l’epigrafe relativa alla consacrazione dell’altare maggiore che reca l’anno 1107.
La chiesa, imponente e al contempo di estrema essenzialità, è a tre navate. La facciata, divisa in cinque specchi da lesene, accoglie il portale con arco a sesto rialzato, e una bifora. Il campanile, a pianta quadrata, oggi incompleto a causa di vari crolli, è addossato al fianco nord della struttura.
L’interno è segnato dalla presenza di pilastri cilindrici posti a sostegno di arcate; sui quali, nel XVII secolo, furono collocati una serie di pannelli raffiguranti un santo o un apostolo. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera, mentre quella centrale presenta una copertura in legno.
L’abside accoglie il Retablo Maggiore di Ardara, polittico degli inizi del XVI secolo firmato dall’artista Giovanni Muru.
Austerità e potenza: ecco il dono che portiamo via con noi, salutando questa chiesa.
DESCRIZIONE:
La chiesa di Santa Maria del Regno è una delle più importanti e meglio conservate dell’architettura medievale in Sardegna.
Sorprende per la bellezza delle sue forme romanico-pisane e il prestigio della struttura muraria realizzata con conci ben squadrati di basalto nero.
È stata edificata nel 1107 da maestranze pisane.
Si trova vicino i ruderi del palazzo giudicale di Ardara, un tempo sede dei sovrani di Torres.
La chiesa era una “cappella palatina” di proprietà dei Giudici di Torres, qui si svolgevano cerimonie e incoronazioni.
La chiesa ha una facciata divisa in cinque parti, con un portale ad arco rialzato e una bifora.
L’interno ha tre navate con pilastri cilindrici, e nel XVII secolo furono aggiunti pannelli raffiguranti santi o apostoli.
Sull’altare maggiore si può ammirare un magnifico retablo realizzato nel 1515 da Giovanni Muru.
Il polittico è costituito da trentuno tavole dipinte eparate da pregevoli intagli lignei dorati.
NARRAZIONE:
Vi sono edifici che, per la loro collocazione paesaggistica, sembrano svolgere la funzione di vere e proprie sentinelle: baluardi posti a salvaguardia del territorio circostante, punti di riferimento preziosi per tutti coloro che vivono o attraversano quei territori.
La chiesa di Santa Maria del Regno è una di queste ‘sentinelle’, non a caso originariamente connessa con il vicino palazzo giudicale di Ardara, sede dei Giudici di Torres, di cui ormai si conservano solo alcuni tratti murari.
Questa chiesa, una delle più note e significative del romanico sardo, era una “cappella palatina”, cioè appartenente a una famiglia regnante e non alla Chiesa cattolica. Santa Maria del Regno era infatti proprietà dei Giudici di Torres e vi si svolgevano cerimonie e incoronazioni.
La costruzione dell’edificio risale all’XI secolo e fu conclusa verso gli inizi del XII secolo così come sembrerebbe confermare l’epigrafe relativa alla consacrazione dell’altare maggiore che reca l’anno 1107.
La chiesa, imponente e al contempo di estrema essenzialità, è a tre navate. La facciata, divisa in cinque specchi da lesene, accoglie il portale con arco a sesto rialzato, e una bifora. Il campanile, a pianta quadrata, oggi incompleto a causa di vari crolli, è addossato al fianco nord della struttura.
L’interno è segnato dalla presenza di pilastri cilindrici posti a sostegno di arcate; sui quali, nel XVII secolo, furono collocati una serie di pannelli raffiguranti un santo o un apostolo. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera, mentre quella centrale presenta una copertura in legno.
L’abside accoglie il Retablo Maggiore di Ardara, polittico degli inizi del XVI secolo firmato dall’artista Giovanni Muru.
Austerità e potenza: ecco il dono che portiamo via con noi, salutando questa chiesa.
VIRTUAL TOUR:
BIBLIOGRAFIA:
G. Spano, “Ardara e sua chiesa, antica reggia dei giudici di Torres”, in Bullettino Archeologico Sardo, VI, 1860, pp. 17-23;
D. Scano, Storia dell’Arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 111-121;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 106-109;
F. Tedde, Ardara capitale del giudicato di Torres, Cagliari, E.Gasperini, 1985;