Oschiri, Chiesa di Nostra Signora di Castro

Oschiri, Chiesa di Nostra Signora di Castro

Siamo soliti associare l’archeologia con l’attività di scavo fisico, sul campo.

In realtà, l’archeologia è una disciplina molto più ampia e articolata, che consente di ‘scavare’ non solo le realtà fisiche, ma anche quelle concettuali, come le parole e i nomi.

La chiesa di Nostra Signora di Castro, ad esempio, deve il suo nome alla vicinanza con i resti di un forte romano, denominato in latino “castrum”, che divenne poi il toponimo “Castro” attribuito alla chiesa e alla diocesi di cui fu cattedrale nel Medioevo, nonostante le sue piccole dimensioni.

Va tenuto presente che, in età medievale, la funzione di cattedrale poteva essere anche attribuita a piccoli edifici, proprio come questo.

L’edificazione della chiesa risale alla metà del XII secolo.

L’aula presenta pianta a una sola navata e la sua copertura lignea fu realizzata ripetendo il modulo quadrato basato sulla larghezza dell’aula stessa.
La facciata è contornata da possenti paraste d’angolo e risulta articolata da due sottili lesene raccordate da archetti in gruppi di tre, accanto alle quali incontriamo due semicolonne.

L’illuminazione interna è garantita da monofore a doppio strombo, che si aprono nei fianchi e nell’abside, e da aperture cruciformi nel frontone dell’abside e in facciata.



DESCRIZIONE:

La chiesa deve il suo nome alla vicinanza con i resti di un forte romano (in latino “castrum”) che divenne poi il toponimo “Castro” attribuito alla chiesa e alla diocesi di cui fu cattedrale nel Medioevo, nonostante le sue piccole dimensioni.

È stata costruita intorno alla metà del XII secolo.

Sulla facciata si osservano possenti pilastri d’angolo e sottili elementi di sostegno decorativi collegati da archetti in gruppi di tre.

All’interno l’illuminazione è garantita da finestre ad apertura unica con doppia svasatura – che si aprono nei fianchi e nell’abside – e da aperture cruciformi nel frontone dell’abside e in facciata.

NARRAZIONE:

Siamo soliti associare l’archeologia con l’attività di scavo fisico, sul campo. 

In realtà, l’archeologia è una disciplina molto più ampia e articolata, che consente di ‘scavare’ non solo le realtà fisiche, ma anche quelle concettuali, come le parole e i nomi. 

La chiesa di Nostra Signora di Castro, ad esempio, deve il suo nome alla vicinanza con i resti di un forte romano, denominato in latino “castrum”, che divenne poi il toponimo “Castro” attribuito alla chiesa e alla diocesi di cui fu cattedrale nel Medioevo, nonostante le sue piccole dimensioni. 

Va tenuto presente che, in età medievale, la funzione di cattedrale poteva essere anche attribuita a piccoli edifici, proprio come questo.

L’edificazione della chiesa risale alla metà del XII secolo. 

L’aula presenta pianta a una sola navata e la sua copertura lignea fu realizzata ripetendo il modulo quadrato basato sulla larghezza dell’aula stessa.
La facciata è contornata da possenti paraste d’angolo e risulta articolata da due sottili lesene raccordate da archetti in gruppi di tre, accanto alle quali incontriamo due semicolonne. 

L’illuminazione interna è garantita da monofore a doppio strombo, che si aprono nei fianchi e nell’abside, e da aperture cruciformi nel frontone dell’abside e in facciata.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, “Castra”, in G. Casalis Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, III, Torino, G. Maspero, 1837, pp. 277-278;
V. Angius, “Oschiri”, in G. Casalis Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, XIII, Torino, G. Maspero, 1845, pp. 608-609;
D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, p. 334;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, p. 72;
A. Sari, “Nuove testimonianze architettoniche per la conoscenza del Medioevo in Sardegna”, in Archivio Storico Sardo, XXXII, 1981, pp. 65-116;
F. Amadu, La diocesi medievale di Castro, Ozieri, Il Torchietto, 1984, pp. 18-19;
R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 406-407;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 18;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 279-280;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 53.

COMUNE:Oschiri INDIRIZZO: 07027 Oschiri SS MAPPA:Array
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