Bultei, Chiesa di San Saturnino di Usolvisi

Bultei, Chiesa di San Saturnino di Usolvisi

Alcuni monumenti sono un vero e proprio anello di congiunzione tra il mondo antico  e quello cristiano e spesso dimostrano palesemente una soluzione di frequentazione umana ancora oggi percepibile.

La chiesa campestre di San Saturnino di Usolvisi, distante pochi chilometri dal comune di Bultei, rispecchia appieno questo fenomeno: fu, infatti, edificata sulle rovine di un nuraghe e si trova a poca distanza dalle antiche terme romane denominate Aquae Lesitanae.

Nell’ambito della politica giudicale, il rapporto con gli ordini monastici più potenti ricoprì un’importanza fondamentale, infatti sono tantissime le testimonianze di donazioni da parte dei Sovrani sardi ai suddetti ordini, con l’intento di passare dalla sfera di influenza della chiesa bizantina a quella cattolica.

A tal proposito, il tempio in questione fu menzionato per la prima volta in un atto datato 1163, dove Attone, Vescovo di Castra, con l’autorizzazione del  Giudice turritano Barisone II de Lacon-Gunale e di Alberto, Arcivescovo di Torres, lo donò ai monaci camaldolesi insieme alla chiesa di Santa Maria di Anela, appartenenti entrambi alla Curatoria del Gocèano.

Il suo impianto essenziale si presenta mononavato in blocchi di trachite rossa locale posizionati con cura.

La facciata a spioventi si compone di un unico specchio contornato da larghe paraste d’angolo, nelle quali si innestano le cornici terminali dei fianchi.

Al centro si apre un portale architravato con un arco a tutto sesto e una lunetta priva di decorazioni.

Nei fianchi sono presenti due monofore strombate e in quello di destra si apre un portale architravato con arco di scarico e lunetta priva di decorazioni come quello della facciata.

L’abside semicircolare, orientata a Nord-Est, presenta una monofora strombata uguale a quelle dei due fianchi.

Il tetto a spioventi del frontone absidale risulta interrotto dalla presenza di un campanile a vela realizzato, molto probabilmente, in epoca più tarda.

La natura rivela la chiesa di San Saturnino in una particolare posizione isolata sulla sommità di un poggio che la eleva verso il cielo e ne accresce il fascino.



DESCRIZIONE:

La chiesa campestre si trova su un poggio isolato, creando così una vista panoramica ricca di suggestioni.

È un antico monumento che collega il mondo antico a quello cristiano.

Costruita sulle rovine di un nuraghe, questa chiesa si trova vicino alle antiche terme romane chiamate Aquae Lesitanae.

Nel 1163, il vescovo di Castra donò questa chiesa ai monaci camaldolesi con il consenso del giudice turritano Barisone II de Lacon-Gunale e dell’arcivescovo di Torres.

L’edificio è semplice ma affascinante, costruito con blocchi di trachite rossa locale.

La facciata ha un portale architravato e un campanile a vela, mentre l’abside è semicircolare.

NARRAZIONE:

Alcuni monumenti sono un vero e proprio anello di congiunzione tra il mondo antico  e quello cristiano e spesso dimostrano palesemente una soluzione di frequentazione umana ancora oggi percepibile.

La chiesa campestre di San Saturnino di Usolvisi, distante pochi chilometri dal comune di Bultei, rispecchia appieno questo fenomeno: fu, infatti, edificata sulle rovine di un nuraghe e si trova a poca distanza dalle antiche terme romane denominate Aquae Lesitanae.

Nell’ambito della politica giudicale, il rapporto con gli ordini monastici più potenti ricoprì un’importanza fondamentale, infatti sono tantissime le testimonianze di donazioni da parte dei Sovrani sardi ai suddetti ordini, con l’intento di passare dalla sfera di influenza della chiesa bizantina a quella cattolica.

A tal proposito, il tempio in questione fu menzionato per la prima volta in un atto datato 1163, dove Attone, Vescovo di Castra, con l’autorizzazione del  Giudice turritano Barisone II de Lacon-Gunale e di Alberto, Arcivescovo di Torres, lo donò ai monaci camaldolesi insieme alla chiesa di Santa Maria di Anela, appartenenti entrambi alla Curatoria del Gocèano.

Il suo impianto essenziale si presenta mononavato in blocchi di trachite rossa locale posizionati con cura.

La facciata a spioventi si compone di un unico specchio contornato da larghe paraste d’angolo, nelle quali si innestano le cornici terminali dei fianchi.

Al centro si apre un portale architravato con un arco a tutto sesto e una lunetta priva di decorazioni.

Nei fianchi sono presenti due monofore strombate e in quello di destra si apre un portale architravato con arco di scarico e lunetta priva di decorazioni come quello della facciata.

L’abside semicircolare, orientata a Nord-Est, presenta una monofora strombata uguale a quelle dei due fianchi.

Il tetto a spioventi del frontone absidale risulta interrotto dalla presenza di un campanile a vela realizzato, molto probabilmente, in epoca più tarda.

La natura rivela la chiesa di San Saturnino in una particolare posizione isolata sulla sommità di un poggio che la eleva verso il cielo e ne accresce il fascino.

BIBLIOGRAFIA:

Vittorio Angius, “Bultei”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, II, Torino, G. Maspero, 1834, pp. 691-694;

Dioinigi Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, p. 336;

Raffaello Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, p. 146;

Ginevra Zanetti, I Camaldolesi in Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1974, pp. 125-129;

Aldo Sari, “Una chiesa romanica del Goceano: il San Saturnino di Usolvisi”, in Sesuja, I, 1985, pp. 121-127;

Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 49;

Roberto Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 62-63;

Andrea Fenu, Bultei e il suo territorio, Nuoro, Solinas, 2005.

COMUNE:Bultei INDIRIZZO:Località San Saturnino - SP 86 MAPPA:Array
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