Cabras, Chiesa di San Giovanni di Sinis

Cabras, Chiesa di San Giovanni di Sinis Una delle manifestazioni più emozionanti dell’ “ominazione”, cioè il processo evolutivo che ha trasformato gli ominidi preistorici nell’attuale specie umana,  è lo stretto rapporto tra i vivi e i morti, da cui la nascita delle pratiche funerarie in profonda relazione tra il sacro e l’aldilà.

La chiesa di San Giovanni di Sinis ne è un lampante esempio, perché la forza evocatrice di tale connessione deriva dalla sua collocazione nell’antica necropoli della città fenicio-punica di Tharros.

Inoltre, il rinvenimento di una mensa funeraria epigrafica, di forma circolare, appare una testimonianza eloquente del suo legame con le pratiche funerarie anche in età medievale.

L’edificio a tre navate giunto sino a noi risale all’epoca protoromanica (XI secolo), ma è frutto della metamorfosi di una preesistente chiesa bizantina con pianta a croce inscritta, databile tra il VI e VII secolo, di cui rimangono il corpo cupolato e i bracci trasversali, nei quali sono state aperte delle bifore nella fase di ristrutturazione protoromanica.

Il cubo centrale appare sopraelevato rispetto ai volumi laterali e il transetto, chiuso ad est dall’abside, è sormontato da una cupola.

La volta a botte, creata nella fase di ristrutturazione dell’edificio, era originariamente impostata a livello più basso di quella attuale. La  cupola di età bizantina manifesta la grande abilità delle maestranze che la realizzarono: la struttura quadrata si raccordava con la cupola circolare grazie alla realizzazione di pennacchi, soluzione architettonica che mostra l’influsso di Costantinopoli.

Dopo una visita alla chiesa di San Giovanni di Sinis, è difficile dimenticare il profumo del mare che la avvolge e che ispira pace e serenità.



DESCRIZIONE:

La chiesa si trova sul sito dell’antica necropoli della città fenicio-punica di Tharros, nel suggestivo scenario di Capo San Marco.

È stata realizzata con i conci di arenaria del Sinis.

L’edificio più antico risale all’epoca bizantina (VI-VII secolo).

La facciata è suddivisa in tre specchi da arcate a tutto sesto.

Nei prospetti laterali si osservano le bifore che risalgono all’epoca delle prime manifestazioni del romanico (XI secolo).

Si ammirano degli elementi architettonici unici, tra cui una cupola quadrata di età bizantina collegata a una circolare mediante elementi di raccordo (pennacchi) utilizzati anche a Costantinopoli.

L’interno è semplice, le navate sono voltate a botte e divise da due ordini di tre basse arcate.

Qui è conservato una fonte battesimale paleocristiana molto rara.

NARRAZIONE:

Una delle manifestazioni più emozionanti dell’ “ominazione”, cioè il processo evolutivo che ha trasformato gli ominidi preistorici nell’attuale specie umana,  è lo stretto rapporto tra i vivi e i morti, da cui la nascita delle pratiche funerarie in profonda relazione tra il sacro e l’aldilà.

La chiesa di San Giovanni di Sinis ne è un lampante esempio, perché la forza evocatrice di tale connessione deriva dalla sua collocazione nell’antica necropoli della città fenicio-punica di Tharros. 

Inoltre, il rinvenimento di una mensa funeraria epigrafica, di forma circolare, appare una testimonianza eloquente del suo legame con le pratiche funerarie anche in età medievale. 

L’edificio a tre navate giunto sino a noi risale all’epoca protoromanica (XI secolo), ma è frutto della metamorfosi di una preesistente chiesa bizantina con pianta a croce inscritta, databile tra il VI e VII secolo, di cui rimangono il corpo cupolato e i bracci trasversali, nei quali sono state aperte delle bifore nella fase di ristrutturazione protoromanica.

Il cubo centrale appare sopraelevato rispetto ai volumi laterali e il transetto, chiuso ad est dall’abside, è sormontato da una cupola. 

La volta a botte, creata nella fase di ristrutturazione dell’edificio, era originariamente impostata a livello più basso di quella attuale. La  cupola di età bizantina manifesta la grande abilità delle maestranze che la realizzarono: la struttura quadrata si raccordava con la cupola circolare grazie alla realizzazione di pennacchi, soluzione architettonica che mostra l’influsso di Costantinopoli. 

Dopo una visita alla chiesa di San Giovanni di Sinis, è difficile dimenticare il profumo del mare che la avvolge e che ispira pace e serenità.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, “Cabras”, in Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, III, Torino, G. Maspero, 1836, pp. 6-18;
D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, pp. 19-29;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 13-14;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 6;
P.G. Spanu, La Sardegna bizantina tra VI e VII secolo, Oristano, S’Alvure, 1998, pp. 66-72;
R. Coroneo-M. Coppola, Chiese cruciformi bizantine della Sardegna, Cagliari, 1999, pp. 37-39;
M.G. Messina-D. Mureddu, “Nuovi elementi archeologici dal San Giovanni di Sinis”, in Insulae Christi. Il Cristianesimo primitivo in Sardegna, Corsica e Baleari, Oristano, S’Alvure, 2002, pp. 239–244;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 45-51;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 79

INDIRIZZO:SP 6 - 09072 Cabras - località San Giovanni di Sinis  MAPPA:Array
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