Ottana, Chiesa di San Nicola

Le chiese romaniche offrono una pluralità di vie di accesso alla storia della Sardegna, anche quella meno gloriosa.

La tappa presso la chiesa di San Nicola di Ottana, che dalla sua posizione elevata domina il territorio, ci fa riflettere proprio su momento della storia recente di questa zona, legato alla speranza – purtroppo vana – di un rilancio economico in chiave industriale.

Il nome del centro abitato racconta infatti un’altra storia, una storia dalla vocazione agricola e non industriale.

Il nome Ottana può essere riportato al gentilizio romano Ottius interpretabile come derivato dalla locuzione (villa) Ottiana cioè «(tenuta o fattoria) di Ottio», che fu uno dei grandi latifondisti romani dell’isola.

Indagini stratigrafiche hanno appurato la preesistenza di una chiesa altomedievale, forse monastica.

In una fase cronologica che non supera il 1160 la chiesa divenne cattedrale della diocesi di Ottana fino al momento della sua soppressione nel XVI secolo.

Un’epigrafe su pergamena, conservata dentro un astuccio metallico rinvenuto nell’altare, ci informa proprio che l’edificio fu ricostruito in occasione della consacrazione per mano del vescovo Zaccaria.

La chiesa è dotata di una pianta a croce “commissa”.

La costruzione dell’edificio avvenne in due momenti, riconducibili a un’unica volontà progettuale.

Alla prima fase appartengono l’abside orientata a est, il transetto e il fianco nord,

mentre la facciata e il fianco sud sono pertinenti alla seconda.

La giunzione delle due fasi risulta leggibile a sud, nel luogo in cui era prevista l’edificazione – mai avvenuta – del campanile a canna quadrata.

La facciata, decorata da bacini ceramici, è articolata in tre ordini, con lesene che formano tre grandi arcate nei primi due ordini e una falsa loggia nell’ultimo.

Il portale è architravato, con arco a sesto rialzato.

L’aula, mononavata con copertura in legno, è illuminata da una bifora posta in asse con il portale.

I bracci del transetto sono voltati a botte.

Nota importante, il braccio nord del transetto è impreziosito dal dipinto, databile tra il 1339 e il 1343, noto come “Pala di Ottana”.

Nella speranza che questo territorio possa riscattarsi e vedere una nuova alba, ci congediamo da questa maestosa chiesa romanica.



DESCRIZIONE:

È stata fondata prima del 1160 in stile romanico-pisano con l’uso di conci di basalto e trachite.

Catturano l’attenzione i tre ordini della facciata.

Nel primo e nel secondo i pilastri ornamentali formano tre arcate a doppia cornice, decorate con luci romboidali.

Una bifora abbellisce il secondo ordine del prospetto.

Non smettono di stupire le cinque arcate del frontone che contengono elementi architettonici ceramici.

Il prospetto nord è ornato da archetti pensili.

All’interno si ammira la “Pala di Ottana”, un polittico trecentesco di scuola toscana.

Nell’opera tra i personaggi raffigurati si scopre Mariano IV d’Arborea, il padre di Eleonora.

La chiesa di San Nicola è stata sede della diocesi di Ottana fino al XVI secolo.

NARRAZIONE:

Le chiese romaniche offrono una pluralità di vie di accesso alla storia della Sardegna, anche quella meno gloriosa. 

La tappa presso la chiesa di San Nicola di Ottana, che dalla sua posizione elevata domina il territorio, ci fa riflettere proprio su momento della storia recente di questa zona, legato alla speranza – purtroppo vana – di un rilancio economico in chiave industriale. 

Il nome del centro abitato racconta infatti un’altra storia, una storia dalla vocazione agricola e non industriale.

Il nome Ottana può essere riportato al gentilizio romano Ottius interpretabile come derivato dalla locuzione (villa) Ottiana cioè «(tenuta o fattoria) di Ottio», che fu uno dei grandi latifondisti romani dell’isola. 

Indagini stratigrafiche hanno appurato la preesistenza di una chiesa altomedievale, forse monastica. 

In una fase cronologica che non supera il 1160 la chiesa divenne cattedrale della diocesi di Ottana fino al momento della sua soppressione nel XVI secolo. 

Un’epigrafe su pergamena, conservata dentro un astuccio metallico rinvenuto nell’altare, ci informa proprio che l’edificio fu ricostruito in occasione della consacrazione per mano del vescovo Zaccaria. 

La chiesa è dotata di una pianta a croce “commissa”. 

La costruzione dell’edificio avvenne in due momenti, riconducibili a un’unica volontà progettuale. 

Alla prima fase appartengono l’abside orientata a est, il transetto e il fianco nord,

mentre la facciata e il fianco sud sono pertinenti alla seconda. 

La giunzione delle due fasi risulta leggibile a sud, nel luogo in cui era prevista l’edificazione – mai avvenuta – del campanile a canna quadrata. 

La facciata, decorata da bacini ceramici, è articolata in tre ordini, con lesene che formano tre grandi arcate nei primi due ordini e una falsa loggia nell’ultimo. 

Il portale è architravato, con arco a sesto rialzato. 

L’aula, mononavata con copertura in legno, è illuminata da una bifora posta in asse con il portale. 

I bracci del transetto sono voltati a botte. 

Nota importante, il braccio nord del transetto è impreziosito dal dipinto, databile tra il 1339 e il 1343, noto come “Pala di Ottana”. 

Nella speranza che questo territorio possa riscattarsi e vedere una nuova alba, ci congediamo da questa maestosa chiesa romanica.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, voce “Ottana”, in Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, XIII, Torino, G. Maspero, 1845, pp. 668-670;

D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1929, pp. 227-232;

A. Taramelli, “Restauri a monumenti della Sardegna”, in Bollettino dell’Arte, fasc. 6, dicembre 1934, pp. 288-289;

R: Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 124-127;

F. Poli, “Per una rilettura del San Nicola di Ottana”, in Studi Sardi, XIV, 1975-77, pp. 225-240;

R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 234-241;

R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 17;

R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 149-154;

R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 62.

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