Samassi, Chiesa di San Gemiliano

Se, a volte, ad attrarci nello stile di un edificio antico può essere la complessità delle architetture, può essere altrettanto sorprendente la disarmante forza attrattiva della semplicità.

L’arte delle chiese romaniche sarde ci offre spesso questa suggestione e la chiesa di San Gemiliano ne è un esempio particolarmente esplicito.

Elemento degno di nota è il fatto che la chiesa sorge su una preesistente tomba a camera  bizantina.

Nelle murature romaniche cogliamo la presenza di materiali di reimpiego, in particolare di frammenti di piccoli pilastri bizantini in origine appartenenti ad una recinzione di presbiterio.

La chiesa apparteneva (almeno dal 1118) al monastero camaldolese di San Mamiliano dell’isola di Montecristo. Non abbiamo documenti che attestino la sua data di costruzione, comunque inquadrabile, presumibilmente, nel XIII secolo.

L’aula, ad una sola navata, presenta una copertura in legno. Fianchi e facciata sono scanditi dalla presenza di lesene, mentre paraste angolari contribuiscono a rendere più solido l’impatto visivo dell’intera struttura.

Il portale che si apre in facciata, architravato e poggiante su due capitelli fitomorfi, mostra un arco di scarico, a sua volta impostato su due mensole lavorate con sembianze umane.

I fianchi della struttura sono declinati dalla presenza di diverse monofore.

Un’ultima, importante, segnalazione merita la presenza, all’interno della chiesa, del monumento funerario in marmo dedicato ad Emanuele Castelvì, opera dello scultore Scipione Aprile del 1586.



DESCRIZIONE:

La chiesa sorge su una tomba a camera bizantina preesistente.

Le murature romaniche incorporano materiali di reimpiego, inclusi frammenti di pilastri bizantini.

D’impatto visivo sono lesene sui fianchi della struttura e la facciata con paraste angolari.

Due capitelli decorati con forme vegetali si ammirano sul portale.

Appartenuta al monastero camaldolese di San Mamiliano dall’anno 1118, la data di costruzione non è documentata (forse il XIII secolo).

All’interno è conservato il monumento funerario in marmo del marchese Emanuele Castelvì, scolpito da Scipione Aprile nel 1586.

NARRAZIONE:

Se, a volte, ad attrarci nello stile di un edificio antico può essere la complessità delle architetture, può essere altrettanto sorprendente la disarmante forza attrattiva della semplicità. 

L’arte delle chiese romaniche sarde ci offre spesso questa suggestione e la chiesa di San Gemiliano ne è un esempio particolarmente esplicito. 

Elemento degno di nota è il fatto che la chiesa sorge su una preesistente tomba a camera  bizantina. 

Nelle murature romaniche cogliamo la presenza di materiali di reimpiego, in particolare di frammenti di piccoli pilastri bizantini in origine appartenenti ad una recinzione di presbiterio. 

La chiesa apparteneva (almeno dal 1118) al monastero camaldolese di San Mamiliano dell’isola di Montecristo. Non abbiamo documenti che attestino la sua data di costruzione, comunque inquadrabile, presumibilmente, nel XIII secolo. 

L’aula, ad una sola navata, presenta una copertura in legno. Fianchi e facciata sono scanditi dalla presenza di lesene, mentre paraste angolari contribuiscono a rendere più solido l’impatto visivo dell’intera struttura. 

Il portale che si apre in facciata, architravato e poggiante su due capitelli fitomorfi, mostra un arco di scarico, a sua volta impostato su due mensole lavorate con sembianze umane.

I fianchi della struttura sono declinati dalla presenza di diverse monofore. 

Un’ultima, importante, segnalazione merita la presenza, all’interno della chiesa, del monumento funerario in marmo dedicato ad Emanuele Castelvì, opera dello scultore Scipione Aprile del 1586.

VIRTUAL TOUR: BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, “Samassi”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, pp. 7-12;
D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, Montorsi, 1907, p. 339;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 190-191;
G. Zanetti, I Camaldolesi in Sardegna, Cagliari, Fossataro, 1974, pp. 195-199;
R. Serra, La Sardegna, collana “Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 356-357;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 123;
R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana “Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004, pp. 291-293;
R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, p. 88.

COMUNE:09030 Samassi  INDIRIZZO:via San Geminiano, s.n.c. MAPPA:Array
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