Sardara, Chiesa di San Gregorio

Sardara, Chiesa di San Gregorio

Vi sono luoghi in cui il sacro trova modo di rendersi manifesto nella perdurante continuità di culto che sfida il tempo e le culture.

È il caso della chiesa di San Gregorio, ubicata nel centro storico di Sardara, non distante dal santuario nuragico con tempio a pozzo presso il quale venne edificata la chiesa di Sant’Anastasia, edificio di origine bizantina, anche se il suo assetto attuale risale al XV secolo.

L’incontro con la chiesa di San Gregorio ci offre l’opportunità di cogliere una delle più raffinate manifestazioni del dialogo, che segnò il XIV secolo in Sardegna, tra un emergente gotico isolano e le persistenze romaniche. Non abbiamo attestazioni documentarie relative alla edificazione di questa chiesa: la sua attribuzione al primo quarto del XIV secolo è dunque frutto della pura analisi stilistica della struttura.

L’aula è ad una sola navata con copertura in legno. L’abside posta a sud- est è caratterizzata da un profilo semicircolare all’interno e squadrato all’esterno: è una delle manifestazioni del compromesso architettonico tra la forte tradizione romanica e le nuove forme gotiche italiane che segna questa chiesa. La facciata presenta un profilo “a capanna”, ed è divisa in tre specchi da lesene a fascio e da due robuste paraste d’angolo.

Il portale architravato, sormontato da un arco di scarico ogivale e dotato di stipiti modanati, è posizionato nello specchio centrale.

In asse con il portale è stato realizzato il rosone gotico sormontato da una serie di archetti su peducci.

A compimento della facciata leggiamo il campanile a vela con due strette luci. Un secondo portale con centina ad arco acuto si apre sul fianco settentrionale.

Da segnalare, nell’abside, la presenza di una bifora archiacuta, in cui appaiono leggibili le tracce di ampi restauri. Lasciamo questa chiesa con lo sguardo ancora avvolto dal suo armonico fascino.



DESCRIZIONE:

Non ci sono documenti sulla sua edificazione, ma l’analisi stilistica strutturale la colloca all’inizio del XIV secolo.

Rappresenta un raffinato esempio di fusione tra il gotico isolano emergente e il romanico persistente nel XIV secolo sardo.

L’aula a navata unica ha un’abside con un compromesso tra la tradizione romanica e il nuovo stile gotico italiano.

La facciata presenta un profilo “a capanna” con un portale architravato e un rosone gotico.

Il campanile a vela e un secondo portale con archi acuti completano l’esterno.

NARRAZIONE:

Vi sono luoghi in cui il sacro trova modo di rendersi manifesto nella perdurante continuità di culto che sfida il tempo e le culture.

È il caso della chiesa di San Gregorio, ubicata nel centro storico di Sardara, non distante dal santuario nuragico con tempio a pozzo presso il quale venne edificata la chiesa di Sant’Anastasia, edificio di origine bizantina, anche se il suo assetto attuale risale al XV secolo.

L’incontro con la chiesa di San Gregorio ci offre l’opportunità di cogliere una delle più raffinate manifestazioni del dialogo, che segnò il XIV secolo in Sardegna, tra un emergente gotico isolano e le persistenze romaniche. Non abbiamo attestazioni documentarie relative alla edificazione di questa chiesa: la sua attribuzione al primo quarto del XIV secolo è dunque frutto della pura analisi stilistica della struttura.

L’aula è ad una sola navata con copertura in legno. L’abside posta a sud- est è caratterizzata da un profilo semicircolare all’interno e squadrato all’esterno: è una delle manifestazioni del compromesso architettonico tra la forte tradizione romanica e le nuove forme gotiche italiane che segna questa chiesa. La facciata presenta un profilo “a capanna”, ed è divisa in tre specchi da lesene a fascio e da due robuste paraste d’angolo.

Il portale architravato, sormontato da un arco di scarico ogivale e dotato di stipiti modanati, è posizionato nello specchio centrale.

In asse con il portale è stato realizzato il rosone gotico sormontato da una serie di archetti su peducci.

A compimento della facciata leggiamo il campanile a vela con due strette luci. Un secondo portale con centina ad arco acuto si apre sul fianco settentrionale.

Da segnalare, nell’abside, la presenza di una bifora archiacuta, in cui appaiono leggibili le tracce di ampi restauri. Lasciamo questa chiesa con lo sguardo ancora avvolto dal suo armonico fascino.

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