Semestene, Chiesa romanica San Nicola di Trullas

Un buon modo per accostarci all’architettura romanica può essere quello di interpretare ogni edificio come un creativo esercizio stilistico, volto a declinare con originalità il codice romanico.

Con questo spirito possiamo intraprendere la conoscenza della chiesa di San Nicola di Trullas, una delle più belle e significative manifestazioni di questa corrente. Le carte del ”Condaghe di San Nicola di Trullas” (XII-XIII secolo) danno notizia della sua donazione, databile al 1113, da parte della famiglia degli Athen ai monaci Camaldolesi. La denominazione di Trullas compare già in questo atto di donazione e potrebbe riferirsi a una più antica chiesa bizantina cupolata:  infatti il termine “trudda” è la versione logudorese del greco e del latino “troulla/trulla” che significa “cupola”.

L’edificio, realizzato con l’impiego di conci in calcare associati a elementi in trachite, è a una sola navata, articolata in due campate quadrate separate da un sottarco impostato su lesene e coperte da volte a crociera.

Una cornice orizzontale ripartisce la facciata: la parte alta presenta una serie di archetti su colonnine che creano una falsa loggia, mentre nella parte bassa troviamo il portale architravato con arco di scarico a sesto rialzato.

La presenza, all’interno, di pregiati affreschi databili nei primi decenni del XIII secolo, rendono la visita di questa chiesa ancor più interessante.



DESCRIZIONE:

Il nome “Trullas” potrebbe derivare dall’antica chiesa cupolata bizantina (il termine “trudda” è la versione logudorese del greco e del latino “troulla” che significa “cupola”).

La chiesa è stato donata ai monaci Camaldolesi dalla famiglia degli Athen nel 1113.

L’edificio è caratterizzato da una navata unica con archi a crociera, una facciata con archetti su colonnine e un portale architravato.

All’interno, pregevoli affreschi del XIII secolo arricchiscono ulteriormente la sua bellezza storica.

NARRAZIONE:

Un buon modo per accostarci all’architettura romanica può essere quello di interpretare ogni edificio come un creativo esercizio stilistico, volto a declinare con originalità il codice romanico. 

Con questo spirito possiamo intraprendere la conoscenza della chiesa di San Nicola di Trullas, una delle più belle e significative manifestazioni di questa corrente. Le carte del ”Condaghe di San Nicola di Trullas” (XII-XIII secolo) danno notizia della sua donazione, databile al 1113, da parte della famiglia degli Athen ai monaci Camaldolesi.

La denominazione di Trullas compare già in questo atto di donazione e potrebbe riferirsi a una più antica chiesa bizantina cupolata:  infatti il termine “trudda” è la versione logudorese del greco e del latino “troulla/trulla” che significa “cupola”. 

L’edificio, realizzato con l’impiego di conci in calcare associati a elementi in trachite, è a una sola navata, articolata in due campate quadrate separate da un sottarco impostato su lesene e coperte da volte a crociera. 

Una cornice orizzontale ripartisce la facciata: la parte alta presenta una serie di archetti su colonnine che creano una falsa loggia, mentre nella parte bassa troviamo il portale architravato con arco di scarico a sesto rialzato. 

La presenza, all’interno, di pregiati affreschi databili nei primi decenni del XIII secolo, rendono la visita di questa chiesa ancor più interessante.

BIBLIOGRAFIA:

V. Angius, ”Sassari”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistco-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, p. 323;

V. Angius, ”Semestene”, in Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico-statistco-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino, G. Maspero, 1849, pp. 833-834;

D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari, Montorsi, 1907, pp. 121-124;

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R. Serra, La Sardegna, collana ”Italia romanica”, Milano, Jaca Book, 1989, pp. 389-391;

R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana ”Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 10;

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