Siamaggiore, Chiesa Campestre di San Ciriaco

Una delle particolarità che caratterizza diversi santuari campestri in Sardegna è la presenza di peculiari strutture chiamate muristenes (o cumbessias).

Si tratta di piccoli alloggi, sorti accanto a chiese e santuari di campagna per accogliere i pellegrini e i noveranti. Si ipotizza che nel Medio Evo loro funzione originaria fosse ospitare i monaci.

La chiesa campestre di San Ciriaco è una prova di questa realtà legata al culto. Malauguratamente nel 1917 una devastante alluvione, causata dal fiume Tirso, distrusse molte delle case del paese, compresi i muristenes che non furono più ricostruiti.

La prima attestazione storica della chiesa risale al 1282, il che ne certifica la realizzazione in epoca precedente, da riferire a un antico insediamento rurale ormai scomparso. L’aspetto attuale della chiesa è invece risalente al XVIII secolo.

La planimetria dell’edificio presenta un’aula rettangolare con due cappelle laterali che formano uno pseudo transetto.

I muri sono privi di elementi decorativi e quasi interamente intonacati.

La copertura dell’aula, di recente realizzazione, è in legno.

Il presbiterio è nobilitato dalla presenza di un altare e di una balaustra in marmo datati al 1791, opera dell’artista Battista Spazzi.



DESCRIZIONE:

Prima della loro distruzione, a causa di una devastante alluvione del Tirso nel 1917, nell’area della chiesa campestre si trovavano dei piccoli alloggi (muristenes, o cumbessias) che in epoca medioevale accoglievano monaci o pellegrini.

La prima attestazione storica della chiesa risale al 1282, il che ne certifica la realizzazione in epoca precedente (si riferisce a un antico insediamento rurale ormai scomparso).

L’aspetto attuale della chiesa risale invece al XVIII secolo.

L’edificio ha un’aula rettangolare con due cappelle laterali che formano uno pseudo transetto.

La copertura dell’aula, di recente realizzazione, è in legno.

NARRAZIONE:

Una delle particolarità che caratterizza diversi santuari campestri in Sardegna è la presenza di peculiari strutture chiamate muristenes (o cumbessias). 

Si tratta di piccoli alloggi, sorti accanto a chiese e santuari di campagna per accogliere i pellegrini e i noveranti. Si ipotizza che nel Medio Evo loro funzione originaria fosse ospitare i monaci.

La chiesa campestre di San Ciriaco è una prova di questa realtà legata al culto. Malauguratamente nel 1917 una devastante alluvione, causata dal fiume Tirso, distrusse molte delle case del paese, compresi i muristenes che non furono più ricostruiti.

La prima attestazione storica della chiesa risale al 1282, il che ne certifica la realizzazione in epoca precedente, da riferire a un antico insediamento rurale ormai scomparso. L’aspetto attuale della chiesa è invece risalente al XVIII secolo. 

La planimetria dell’edificio presenta un’aula rettangolare con due cappelle laterali che formano uno pseudo transetto. 

I muri sono privi di elementi decorativi e quasi interamente intonacati. 

La copertura dell’aula, di recente realizzazione, è in legno. 

Il presbiterio è nobilitato dalla presenza di un altare e di una balaustra in marmo datati al 1791, opera dell’artista Battista Spazzi.

BIBLIOGRAFIA:

R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana ”Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993.

R. Coroneo-R. Serra, Sardegna preromanica e romanica, collana ”Patrimonio artistico italiano”, Milano, Jaca Book, 2004.

R. Coroneo, Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico-culturali, Cagliari, AV, 2005, pp. 56-57.

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