La chiesa di San Pietro è stata registrata per la prima volta in un documento del 29 ottobre 1206, giunto sino a noi da una copia del ‘500, che a sua volta trascriveva una precedente copia del 1307.
Non abbiamo però notizie dirette sulla sua edificazione, anche se possiamo inquadrarla nella seconda metà del XIII secolo: la navata sud pare attribuibile proprio a questa fase originaria.
La navata nord risulta più piccola, anche per quanto riguarda le dimensioni dell’abside, e venne realizzata non molto tempo dopo.
Le due navate sono divise da tre ampie arcate sostenute da pilastri a sezione rettangolare.
La facciata appare completata da un imponente campanile a vela.
La struttura poggia su uno zoccolo murario, da cui si elevano paraste d’angolo e lesene che articolano i muri in specchi.
Degne di nota le decorazioni che animano i peducci allungati: riconosciamo motivi a protome umane, a reticolo geometrico, a fiore, a foglie, a croce, a gradonatura, a sezione modanata, a listelli e a gusci.
DESCRIZIONE:
La chiesa ha una pianta è a due navate, una rarità fra gli edifici romanici della Sardegna.
L’edificio potrebbe essere stato costruito intorno alla seconda metà del XIII secolo.
Si ammirano su tutti i prospetti esterni e sulle absidi pregevoli archetti a sesto acuto (ogivali) impostati su elementi murari (peducci) allungati.
I peducci sono decorati con numerosi motivi ornamentali, come figure umane o fantastiche (protomi), soggetti floreali (a fiore, a foglie), a croce, a reticolo geometrico.
Sulla facciata, al di sopra del portale, vi è un imponente campanile a vela.
NARRAZIONE:
La chiesa di San Pietro è stata registrata per la prima volta in un documento del 29 ottobre 1206, giunto sino a noi da una copia del ‘500, che a sua volta trascriveva una precedente copia del 1307.
Non abbiamo però notizie dirette sulla sua edificazione, anche se possiamo inquadrarla nella seconda metà del XIII secolo: la navata sud pare attribuibile proprio a questa fase originaria.
La navata nord risulta più piccola, anche per quanto riguarda le dimensioni dell’abside, e venne realizzata non molto tempo dopo.
Le due navate sono divise da tre ampie arcate sostenute da pilastri a sezione rettangolare.
La facciata appare completata da un imponente campanile a vela.
La struttura poggia su uno zoccolo murario, da cui si elevano paraste d’angolo e lesene che articolano i muri in specchi.
Degne di nota le decorazioni che animano i peducci allungati: riconosciamo motivi a protome umane, a reticolo geometrico, a fiore, a foglie, a croce, a gradonatura, a sezione modanata, a listelli e a gusci.
BIBLIOGRAFIA:
V. Angius, voce “Mara Arbarei”, in G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale, X, Torino, 1842, p. 128;
D. Scano, Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, 1907, pp. 74, 330;
R. Delogu, L’architettura del Medioevo in Sardegna, Roma, 1953, pp. 183-184; La Provincia di Cagliari. I Comuni, a cura di N. Sciannameo-F. Sardi, Cinisello Balsamo, 1985 (II ed.), p. 312;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300, collana “Storia dell’arte in Sardegna”, Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 136;
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